Anna Maria Boniello. Capri – Torna a far notizia il blocco dell’ascensore di Capri. L’indispensabile attrezzatura che in caso di stop costringe personale, infermieri, volontari e familiari a trasportare a braccia ai piani inferiori i degenti che devono sottoporsi ad esami di laboratorio o radiologici ed addirittura quelli che devono entrare in sala operatoria. Quello di ieri è l’ennesimo guasto, nell’ultimo episodio dovettero intervenire addirittura i vigili del fuoco che entrarono in corsia per trasportare a braccio un degente anziano che doveva essere trasferito in autoambulanza in un ospedale cittadino. Ieri mattina dopo l’ennesimo stop che veniva annunciato attraverso un cartellino affisso sulle porte dell’ascensore, è toccato ai volontari della San Vincenzo de Paoli farsi carico di trasferire un paziente, un habitué con seconda casa a Capri che era stato ricoverato nel reparto degenza che conta poco meno di dieci letti a causa di una brutta caduta che aveva fatto temere che ci fossero varie fratture. Per farlo trasferire dal piano degenza dove era ricoverato, sino alla piccola ambulanza elettrica della San Vincenzo sono dovuti entrare in azione i volontari dell’associazione religiosa di volontariato che assiste in particolare gli infermi, che lo hanno trasferito a braccio fino al carrellino. Ovviamente, dopo le parole di apprezzamento verso i volontari, il vacanziere ha esternato tutta la sua indignazione per l’episodio e per le condizioni in cui versa l’ospedale che dovrebbe essere il fiore all’occhiello della sanità pubblica, anche perché si trova in una località d’eccellenza frequentata da migliaia di persone e le sue strutture dovrebbero essere all’altezza del nome di Capri. E’ questo un ennesimo caso che va ad aggiungersi ai mali endemici del Capilupi, che quest’anno è salito alla ribalta della cronaca anche per il mancato utilizzo della Tac. Una struttura che è mancata per circa due anni e che quando finalmente è arrivata un’apparecchiatura di nuova generazione è stata lasciata ferma per alcuni mesi nella sala adibita senza mai essere stata montata ed andata in funzione. E dopo la Tac il Capilupi tornò al centro delle polemiche per una vicenda che portò addirittura la Guardia di Finanza ad installare telecamere e microspie nei punti di ingresso e presso l’orologio segnatempo per avviare un’inchiesta anti assenteismo ancora al vaglio della Magistratura e di cui ancora non si conosce l’esito. E dopo le telecamere antiassenteismo ancora una denuncia che arrivò da parte di un giovane disabile che lavora presso gli uffici del comune di Capri, che recatosi in ospedale per degli esami di routine aveva chiesto di poter utilizzare i servizi igienici, ma con grande stupore del ragazzo gli venne detto che all’interno dell’ospedale non esistevano strutture tali per consentire l’accesso della carrozzina. Il giovane non esitò a telefonare al 112 e sul luogo arrivò una pattuglia dei carabinieri della vicina stazione che si informò presso il personale medico e paramedico chiedendo di essere portati nell’area dei servizi igienici. Ai militari stupiti venne risposto che nessuno di loro sapeva che all’interno dell’ospedale esistessero ambienti destinati a bagni per disabili. Ma i militari durante l’ispezione scoprirono che accanto alle normali toilette si trovava una porta chiusa e quindi i militari, guidati dal Comandante Pietro Bernardo, visto che nessuno era in possesso delle chiavi ordinarono l’abbattimento. Con stupore venne fuori che erano proprio i servizi igienici destinati per i disabili che non erano mai entrati in funzione ed il locale era stato adibito a magazzino per il deposito del materiale dell’impresa appaltante della pulizia. Da qui scattò la denunzia nei confronti del direttore sanitario e del personale amministrativo responsabile, e probabilmente altre ne arriveranno in questi giorni poiché l’ultimo stop dell’ascensore risale appena al 26 luglio e gli amministratori assicurarono che la ditta che ha l’appalto di manutenzione avrebbe provveduto a sostituire definitivamente i componenti difettosi e che per l’ascensore non ci sarebbero stati più problemi. Una promessa che è durata meno di un mese e sicuramente il fermo dell’ascensore andrà avanti per altri giorni. La storia infinita del Capilupi quindi non fa intravvedere nessun epilogo anche perché pare che una cortina di disinteresse sia calata sull’ospedale di Capri come quando pochi si interessarono al caso che vide un’anziana benefattrice ritirare la propria donazione, oltre due milioni di euro che la signora Claudia Messanelli Zweig aveva destinato alla ristrutturazione dell’ala vecchia dell’ospedale, ma visto che non erano stati rispettati i tempi aveva ritirato l’offerta dell’ingente somma. I lavori sono ripresi a rilento e l’Asl Na1 di cui fa parte il Capilupi di Capri pare non abbia nessuna fretta di concluderli.