Fonte: Metropolis
di Marco Milano
Overtourism e turismo sostenibile, Capri si prepara alle sfide del 2025. La stagione turistica è ormai dietro l’angolo e, complice giornate decisamente poco invernali, si vedono, già, in giro per l’isola azzurra i primi vacanzieri dell’anno iniziato poco più di cinquanta giorni fa. Un movimento che se da un lato è un “aperitivo” di un successo, quello del terziario targato Capri che, stando alle previsioni e alle prenotazioni, si preannuncia ancora una volta assicurato, dall’altro significa che la sfida per un turismo diverso, sostenibile e meno impattante con un territorio che anno dopo anno sta soffrendo in maniera crescente i grandi numeri che sbarcano nei mesi caldi, diviene sempre più all’ordine del giorno e di stretta attualità. Proprio l’altro giorno le parole del sindaco di Capri Paolo Falco intervenuto al convegno “Crisi e sviluppo nella sostenibilità delle destinazioni turistiche”, promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili all’interno di “Hospitality Sud” sono divenute in questo senso un annuncio programmatico per affrontare una situazione sempre più complessa e delicata. “Ci aspetta – ha detto il sindaco di Capri Paolo Falco – una grande sfida legata alla sostenibilità del turismo. Assistiamo al problema globale di un turismo sempre più sfrenato che arriva quotidianamente non solo a Capri ma in tutte le principali mete turistiche italiane. Bisogna portare in capo alle amministrazioni locali – ha aggiunto il primo cittadino isolano – la possibilità di incidere su queste dinamiche per sviluppare un’economia davvero sostenibile”. Il tema turismo, come detto, riveste, ormai, a Capri una veste di complessità e delicatezza. Il sempre più utilizzato termine “overtourism”, infatti, va analizzato in una visione più ampia che porta una località a trovarsi dinanzi a scelte da compiere. A Capri, per esempio, il sovraffollamento è divenuto da tempo oggetto di studi e dibattiti, ma una delle chiavi di lettura per la sua soluzione potrebbe essere quella della mobilità. I collegamenti marittimi, per esempio, una delle componenti che vengono individuate come “contributo” all’overtourism andrebbero ripensati con un tavolo intorno al quale dovrebbero sedersi tutti gli addetti ai lavori. Inoltre, aldilà dei numeri alti di sbarchi e di quanti già “in agenda” per il 2025, se ne preannunciano, infatti, due milioni già previsti, Capri ha bisogno di un porto che possa essere funzionale ad un movimento diverso da quello che si registrava diversi decenni fa, quando l’attuale scalo marittimo isolano poteva reggere senza collassare come, invece, segnalano gli operatori del settore, avviene spesso e volentieri, oggi.