Fonte: Roma
di Filomena Carrella
Nello splendido scenario di Villa Bersani a Capri, la mostra personale di Antonio Raucci (nella foto) ha riscosso un ottimo successo di critica e di pubblico. Antonio Raucci nasce nel 1959 e frequenta l’Accademia di Belle Arti. Le sue prime prove in chiesa, su restauri di affreschi commissionati dalla Soprintendenza ai Beni Culturali. Temi e momenti del Vangelo costituiscono il suo apprendistato unitamente a studi di natura morta e di nudo. Presto il passaggio ad un’espressività informe e povera che ottiene buoni consensi. Decisivi gli incontri con grandi per sonalità come Stelio Maria Martini uno dei principali esponenti della poesia visiva, e negli ultimi anni il maestro Mario Persico, tra i firmatari del manifesto dell’arte nucleare di Enrico Bay. Emerge progressivamente una nuova sensibilità, influenzata dal surrealismo e dalle avanguardie. Torna la figura ma in modi singolari, secondo strategie fluide e inattese che vedono i viventi interagire con innesti fisici e supporti organici. In omaggio all’astrazione postpittorica statunitense, scompare la prospettiva. Fanno capolino invece segni e forze irrazionali che invadono la scena e danno mistero e sostanza all’oggetto. Tra le mostre di spicco, si ricordano: “Simulacri “, a cura di Martini e Dario Giugliano, “La silenziosa risposta”, “Spazio per acrobati “. Insieme agli altri protagonisti del Gruppo ’58 fonda Documento Sud, pubblicazione che si occuperà di arte e avanguardie, lo nomina suo assistente. Le opere in esposizione sono collage e legni spiaggiati. La tecnica del collage, frutto di anni di esperienza, produce degli effetti, tramite l’inserimento di materiali disparati, sensazioni e riflessioni che nei lavori di Raucci non mancano. Nell’intervista a Giuseppe Certune, Raucci afferma: «con in il mio lavoro, l’oggetto scartato acquista una nuova funzione in una cornice diversa» La creatività richiede coraggio e l’artista ha avuto tanto coraggio nell af frontare questo tipo di tecnica il collage iniziato nel ‘900 ed usato dal cubismo e surrealismo.
L’intrigo fascinoso dei suoi lavori riside proprio nel binomio che collega passato e con lo sguardo al futuro. Nella sua concezione artistica si fondono materia e spirito. Le sculture sono create con legni che l’artista raccoglie lungo passeggiate solitarie sulla sabbia d’inverno.
Sono legni senza vita che assemblati e colorati rivivono in queste forme artistiche una nuova vita.