[da Il Mattino del 20.1.2011]Anna Maria Boniello-CAPRI – Stop alla costruzione di piscine a Capri. Lo stabilisce una sentenza del Consiglio di Stato che è stata depositata mercoledì 12 gennaio negli uffici della segreteria. La sesta sezione ha detto no alla realizzazione di nuove piscine sul territorio di Capri accogliendo il ricorso della Soprintendenza che si era opposta ad una sentenza del Tar che aveva legittimato l’autorizzazione per la realizzazione di una piscina a Capri e formulando un nuovo orientamento giurisprudenziale destinato a fare scuola. Il collegio che si è riunito nella Camera di Consiglio presieduta da Giuseppe Severini e composto dai consiglieri Luciano Barra Caracciolo, Roberto Garofali, Bruno Rosario Polito e Roberto Giovannotti ha stabilito che le piscine sono da considerare vere e nuove costruzioni e quindi con la loro presenza alterano la natura del territorio violando l’articolo 9 del Piano Territoriale Paesistico che stabilisce quali sono i tipi di interventi edilizi che possono essere realizzati sul territorio comunale che sono limitati, secondo il piano, alla manutenzione ordinaria e straordinaria, al restauro e risanamento conservativo e a tutte quelle opere che non consentono di realizzare sia volumi che superfici. Ovviamente il Consiglio di Stato esclude da questo tipo di intervento la costruzione di piscine. La piscina secondo la sentenza non può essere considerata un’opera di abbellimento così come si era pronunciato il Tar ma è una vera e propria costruzione che viola le norme urbanistiche esistenti e diversi articoli del Piano Territoriale Paesistico, strumento principale emanato per tutelare l’ambiente e il paesaggio e che vieta sul territorio qualsiasi tipo di alterazione. Alterazione che viene effettuata anche attraverso lo scavo necessario per collocare una piscina. La sentenza del Consiglio di Stato fissa, quindi, nuovi criteri e paletti nel variegato mondo del mercato edilizio ed accoglie il ricorso presentato dal Ministero per le Attività Culturali attraverso la Soprintendenza per i Beni Architettonici del Paesaggio di Napoli che si costituì contro una sentenza del Tar Campania che autorizzava la realizzazione di una piscina a favore di una società che a Capri deteneva un immobile in una zona panoramica. La causa, iniziata nel 2008, si è chiusa in questi giorni e con la sentenza che è stata promulgata si apre sull’isola sul versante immobiliare una nuova era. Infatti la costruzione di piscine che veniva, ove possibile, autorizzata dalle varie commissioni edilizie, trovava il diniego delle Soprintendenze, in quel caso il proprietario dell’immobile ricorreva al Tar e nella maggior parte dei casi il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania si pronunciava favorevolmente ritenendo che la realizzazione di un manufatto interrato non costituiva volumetria. Una valutazione che però vedeva il dissenso della Soprintendenza che per far valere le sue ragioni e far annullare il provvedimento del Tar è ricorsa al Consiglio di Stato che è il maggior organo di diritto amministrativo e che ha ritenuto valide le motivazioni ed ha proceduto, poi, con la sua sentenza ad annullare per la costruzione della piscina in una zona motivando che l’intera materia era in contrasto con il piano paesistico.