Fonte: Metropolis
di Marco Milano
“Mio fratello non si è suicidato”. Giuseppe Canfora ha ribadito anche ieri negli uffici della Squadra Mobile diretta da Giovanni Leuci della Questura di Napoli che Luca, il costumista di Paolo Sorrentino trovato morto nelle acque di Capri il 1 settembre 2023 non si è tolto volontà la vita. Nel fascicolo nelle mani dell’aggiunto Alessandro Milita e del sostituto Silvio Pavia il caso resta al momento iscritto a carico di ignoti. L’ipotesi formulata dai pm e invece l’Istigazione al suicidio, che resta comunque un modo per tenere aperte le indagini per cercare di risalire ad eventuali responsabilità terze. Giuseppe Canfora assistito dall’avvocato Giuseppe Rossodivita è stato ascoltato per diverse ore durante le quali ha tenuto ancora una volta a sottolineare come “Luca faceva una vita appagante e non soffriva di alcuna forma di depressione”. La famiglia Canfora ha sostenuto sin dall’inizio la tesi che non può essere stata una decisione volontaria quella che ha causato la morte del cinquantunenne costumista impegnato a Capri per le riprese del film di Paolo Sorrentino “Parthenope”. Particolarmente attenzione sono le testimonianze filmate delle videocamere nella zona dei Giardini di Augusto. L’ultimo frame di Luca Canfora in vita, infatti, lo immortala mentre guadagna l’ingresso dei giardini intitolati all’imperatore Romano che sovrastano le acque dove poi è stato recuperato il suo cadavere. Non ci sarebbero, secondo, quanto si apprende, infatti, filmati di una sua uscita dal sito in questione. Altra questione in sospeso le condizioni del corpo di Luca che non sarebbero compatibili con un lancio nel vuoto da oltre cento metri di altezza in una zona caratterizzata da rocce impervie. L’impatto avrebbe dovuto provocare ben più gravi ed evidenti conseguenze sul fisico del costumista rispetto a quelle rilevate dagli esami.