Fonte: IlGolfo24.it
di Franco Borgogna
L’isola di Capri ha chiamato l’avvocato Bruno Molinaro per capirne di più sulla Legge Salvacasa. Non è la prima volta che l’isola azzurra trae, dall’isola verde, il meglio che c’è nel campo della competenza legale sulla questione dell’abusivismo edilizio e delle soluzioni possibili per un’equa e proporzionata gestione delle sanzioni e abbattimenti. Poi però Capri, quando si tratta di affrontare il problema dell’overtourism, accantona Ischia, ritenendo evidentemente che essa non abbia i suoi stessi problemi di affollamento. Così al Convegno organizzato per risolvere il problema del sovraffollamento nelle principali mete turistiche italiane ha chiamato Dario Nardella, Sindaco di Firenze, Claudio Scajola, Sindaco di Imperia, Luigi Brugnera, Sindaco di Venezia, Giuseppe Guida, Sindaco di Positano, Daniele Milano, Sindaco di Amalfi e l’assessore al Turismo di Taormina. Da questo evinco due considerazioni: Capri riesce tatticamente e propagandisticamente ad accomunarsi alle più pregiate mete turistiche italiane (sia pure in una complessa problematica) e dimostra ancora una volta che sbaglia di grosso chi continua a sostenere che Ischia dovrebbe concertare una politica turistica con le altre due isole del Golfo, in quanto Capri si sente in sintonia con la costiera amalfitano sorrentina e non con le isole del golfo e che Ischia e Procida devono considerarsi collegate a Napoli per alcuni versi (commerciali,politici, storici e culturali) e all’area flegrea per altri versi (analogia archeologica, geologica, traffico marittimo). Tuttavia, anche se Capri ci snobba sul tema dell’overtourism, noi ne siamo investiti (sia pure limitatamente ai mesi estivi) e e non possiamo sottrarci ad una riflessione sull’argomento.
Da Capri viene invocata una legge nazionale e, addirittura una normativa europea che dia, ai Sindaci dei Comuni interessati dal fenomeno del sovraffollamento, poteri speciali per contrastare l’affollamento nei trasporti (marittimi nel caso delle isole) l’eccessivo fiorire di B&B, che riesce anche difficile controllare e contenere nei limiti della legalità e della corretta fiscalità; i problemi di ordine pubblico e di gestione dei servizi. Lo studio “Overtourism e strategie di contenimento: il caso Capri”, illustrato dal prof. Antonio Preiti, economista e docente dell’Università di Firenze, mette in rilievo che Capri, a fronte di 1 pernottamento, registra 10 escursioni che toccano l’isola e la lasciano in giornata stessa. Precisa che negli ultimi 10 c’è stato un incremento del 24% dei passeggeri marittimi, ma di questi il 91% sono escursionisti e solo il 9% turisti che pernottano. Questo fa scoppiare i servizi ed elevare il costo della vita per i residenti. Ora, precisando che l’overtourism delle grandi città d’arte riguarda l’intero arco annuale, mentre località turistiche balneari scontano le difficoltà in un periodo limitato, per cui una direttiva dovrebbe saper distinguere le due diverse tipologie, siamo proprio sicuri che occorra una legge nazionale e una normativa europea? Siamo sicuri che il fenomeno sia del tutto spontaneo e inarrestabile e che la programmazione territoriale da sola non basti a far rientrare il fenomeno nell’alveo della sostenibilità? Io non sono affatto sicuro. E parto dall’isola d’Ischia. Gli operatori economici, gli amministratori pubblici ma anche i semplici cittadini, si dividono sull’analisi socio economica e turistica dell’isola. C’è chi si lamenta del caos, disordine, disservizi estivi e chi pone l’accento sulla brevità del periodo e sulla desertificazione di un periodo dell’anno troppo lungo e troppo avaro di ritorni economici. Ammesso dunque che una legge nazionale consentisse ad Ischia di contingentare trasporti, numeri di arrivi giornalieri di turisti, aperture di nuovi B&B, afflussi alle spiagge libere e via discorrendo, siamo sicuri che in questo modo si spalmi automaticamente nel periodo autunnale-invernale il sovrappiù di flusso estivo? Invocare un provvedimento legislativo è probabilmente solo un modo, per i Sindaci, di abdicare al proprio compito, che è quello di programmare un corretto flusso turistico. Ischia ha tante diverse risorse da offrire ai turisti, non solo il sole d’estate. L’attività termale potrebbe, con opportuni accorgimenti e strutture chiuse o semichiuse o riscaldate, funzionare per buona parte dell’anno. Ma soprattutto l’isola ha anche la montagna, i sentieri, i boschi. Certo, la nostra montagna, l’Epomeo, non ha la neve ma riserva , in ogni stagione, il benessere psicofisico che è esattamente il contrario dello stress dell’overtourism estivo. E allora si evidenzia che possiamo programmare un futuro diverso, alternativo, lento e sostenibile alla nostra economia, con un Parco Protetto Regionale dell’Epomeo, con la cura della terra, la riscoperta di sentieri e dei cammini, lo svolgimento di manifestazioni culturali all’aria aperta, l’enogastronomia. C’è un’altra Ischia da scoprire, ma per penetrazione lenta e individuale, senza fenomeni di massificazione.
Leggevo, in questi giorni, che è usanza dei frequentatori della montagna (e l’ho sperimentato personalmente sul Cervino) di salutare chiunque s’incontra e ovunque lo s’incontri. Ecco una piccola dimostrazione di come si possa ribaltare la volgarità, la cafonaggine e l’invadenza di un turismo massificato e insensato. Frequentare belle zone naturali fuori dei percorsi abituali quotidiani per assaporare la genuinità e l’armonia di un felice connubio uomo-natura. Altro che legge dello Stato, ci vuole il rispetto delle leggi di natura!