Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviataci da un nostro Lettore, che esprime il suo parere sulla recente istituzione del biglietto d'ingresso ai Giardini di Augusto.
“CANNONATE” A CAPRI: SI FACCIA UN REFERENDUM
Silvio Staiano
Le chiedo ospitalità sulla Sua testata per avere la possibilità di esprimere la mia opinione riguardo l’introduzione, lo scorso 20 aprile , del pagamento del biglietto d’ingresso, al prezzo di un euro, per accedere ai giardini pubblici di Capri denominati “Giardini d’Augusto”.
Si rende necessario ricordare che tali giardini, unitamente alla realizzazione di quella che viene declamata essere tra le strade più belle e suggestive del mondo, Via Krupp, vennero entrambi donati al Comune di Capri dall’omonimo magnate tedesco Alfred Krupp, il “re dei cannoni” , soprannome attribuitogli essendo proprietario di una tra le più grandi industrie dell’acciaio esistenti in Europa nel precedente secolo, al fine di destinarli al pubblico utilizzo ed alla libera fruizione otre che degli isolani di tutti gli ospiti e turisti che, da secoli, approdano sulla nostra meravigliosa isola.
Nel rilevare immediatamente come la volontà di Krupp sia stata tradita, dato che il suo desiderio era quello di regalare ai posteri ciò di cui egli era esclusivo proprietario, si evidenzia come tale iniziativa costituisca un gravissimo gesto di storica ingratitudine (un atto di bassa politica): la cattiva amministrazione caprese, sottrae ai turisti, ai visitatori, agli amanti dell’isola azzurra, istituendo una “squallida gabella” di un euro a persona, la possibilità di godere liberamente e gratuitamente di un piccolo “Lembo” di paradiso che aveva ricevuto cent’anni prima in dono da chi, esclusivo proprietario, aveva deciso di privarsene poichè non riteneva di sottrarlo al resto dell’umanità. Questo rende ancora più scarsamente nobile la scelta politica odierna: una vera “cannonata” (di solito tale definizione si attribuisce alle buone idee), che in questo caso punta ad azzerare il buon senso, la gratitudine ai Kupp, il decoro e la libertà.
Tra le tante, infatti, c’è da registrare che gli addetti alla bigliettazione ed ai relativi controlli, ben 4 persone, sono nell’aspetto disordinati tra loro e con indosso un abbigliamento del tutto discutibile che per nulla fa onore alla nostra isola. Gli stessi si presentano, alcuni con dei cappellini bianchi, altri con occhiali da sole, tre con magliette a mezze maniche e soltanto uno dei quattro con una giacca blue. Se a questo aggiungiamo che, nemmeno nella più remota ed abbandonata Africa, si sarebbero sognati di eliminare, segandola, una panchina pubblica che custodiva i segreti più reconditi di tutti i fidanzatini che da cinquant’anni s’appartavano su di essa facendo, con essa, scomparire anche quelli, per dare spazio al più squallido dei banchetti che si vorrebbe far risultare come la cassa del “museo”, provvista inoltre di una banale cassetta di metallo a vista che si trova solo alle “sagre di paese”. E se, infine, ci aggiungiamo che una serie di paletti, invade la pubblica strada, delimitando una corsìa che al suo inizio è rappresentata dal cartello che pubblicizza il costo della “tassa” di visita al parchetto posto su di un piedistallo completamente arruginito e con una cornice completamente fatiscente….a quel punto il quadro è completo.
Volendo poi analizzare la parte economica della vicenda la situazione peggiora ancora di più. E’ circolata voce che i costi di gestione per l’incasso di un euro sarebbero pari a 70 centesimi dei 100 versati dai poveri tartassati turisti. Quindi, nelle tasche del nostro comune andrebbero appena 30 centesimi per ogni biglietto staccato, dato che gli altri 70 verrebbero “trattenuti” come compenso dalla società che gestisce gli incassi. Quindi tutta la soddisfazione espressa dal primo cittadino, Lembo Ciro, per i mille biglietti venduti il primo giorno, andrebbe attenuata e ridotta del 70%. Si rifletta quindi che con un incasso netto di appena 300 euro giornalieri, l’ipotesi di incasso annuo è di poche decine di migliaia di euro.
Ipotizzando l’incasso nelle casse comunali di queste decine di migliaia di euro che, seppur rappresentando una somma considerevole, è meno di un granello di sabbia in un bicchiere, una volta entrate nel bilancio comunale che movimenta decine di milioni di euro. E’ solo a questo punto che viene “smascherata” questa ridicola ed inutile iniziativa che evidenzia in modo inequivocabile e definitivo l’incapacità di sindaco ed amministratori che, come da mie precedenti pubbliche denunce, in ripetute occasioni hanno dimostrato di sperperare il danaro pubblico nell’ordine di centinaia di migliaia di euro. Insomma sembra proprio che si vogliano utilizzare questi nuovi introiti per ripianare solo una piccola parte degli inutili sprechi e sperpero dei nostri soldi che negli ultimi anni sono stati perpretati sotto i nostri occhi.
In definitiva, questa inutile operazione vessativa nulla apporterà in termini di risanamento del bilancio comunale mentre certifica la totale incapacità culturale e socio-economica di gestire la “cosa” pubblica se non per dispensare posti e ruoli di potere a sodali ed amici. Alla luce di tutto questo sindaco ed amministratori farebbero meglio a dimettersi e restituire la perduta dignità alla cittadinanza.
Ho potuto constatare, con i miei occhi, che alcuni gruppi una volta raggiunto l’ingresso dei giardini hanno desistito per via del costo della “tassa”. Di fatto, con un provvedimento inconcludente, è stato fatto del “razzismo” economico, pregiudicando alcuni tipi di persone tra cui i giovanissimi. Infatti ho visto un gruppo di ragazzini rinunciare nonchè un gruppo di anziani voltarsi e dare le spalle al mancato “paradiso” da ammirare. Anche i capresi subiranno una grave riduzione delle libertà di visita, perchè costretti a “subire” controlli circa la propria identità da soggetti che illegittimamente ne verificano l’attendibilità.
I capresi infatti sono esentati dal pagamento (non si capisce perchè: per Grazia ricevuta?) forse perchè nati in “paradiso”ne hanno quindi diritto di nascita. Ma, evidentemente, il provvedimento colpisce anche loro a macchia di leopardo. Si immagini, il caprese nato a Capri, figlio di capresi, e costretto all’emigrazione per vari motivi, non ultimo quello economico, che visiteranno i luoghi con residenze oramai lontane da Capri oppure si immagini una famiglia di capresi avrà ospiti in casa e sarà costretto a visitare i giardini non più “liberamente” ma esentato lui ed i suoi familiari mentre obbligato fastidiosamente a pagare per gli amici. Si immagini quanti non capresi ma residenti a Capri beneficerenno invece della Grazia ricevuta. Siamo al ridicolo.
Infatti la gente, tanti amici, tutti ridono per la ridicola iniziativa. In realtà c’è poco da ridere. Sfugge infatti a molti la facile deriva che questo provvedimento, costituendo un precedente, potrebbe rappresentare. Infatti se oggi qualcuno ha avuto una geniale idea, domani qualcuno ancora più “geniale” potrebbe averne altre di idee fino, giusto per fare qualche esempio, ad installare nuovi “posti di controllo” ai giardini della Certosa, al Belvedere Castello, a Tuoro ed in ultimo ci ritroveremo ad esibire documenti di circolazione al bivio di Tragara, in prossimità della Chiesa Evangelica Tedesca, dove si richiederà idonea documentazione attestante di lavorare per uno degli alberghi o delle ville per poter transitare, onde evitare nuovi dazi per raggiungere il belvedere Tragara! Attenzione, a questo scenario ci siamo pericolosamente vicini.
Si sottolieni che il provvedimento è stato adottato anche in presenza di pareri completamente contrari, delle minoranze del consiglio comunale, delle associazioni di Federalberghi ed Ascom che tutte insieme, evidentemente, agli occhi dei “detentori del potere”, rappresentano un parere inutile e da “calpestare”.
Concludo con un accorato appello agli amministratori locali: Vi prego, prima che la figuraccia cui ci state esponendo, come spesso già accaduto, venga ridondata in tutto il mondo, ripristinate lo stato dei luoghi, dismettete quella “buffonata” a cielo aperto che va in scena alle 8,30 di ogni mattino ai giardini d’Augusto e, piuttosto, introducete una legittima tassa, di sbarco o d’ingresso, che dir si voglia, che colpirebbe tutti i non residenti e sarebbe più agevolmente incassata dalle compagnie di navigazione che già godono della Vostra totale ed “allegra”compiacenza nella gestione dei collegamenti marittimi.
Se aveste ancora un minimo di perbenismo dovreste indire un referendum popolare, invitando l’intera cittadinanza a pronunciarsi, e scegliere democraticamente tra la Vostra scellerata proposta che porta nelle tasche del comune pochi spiccioli e la tassa “d’ingresso”, da un euro, che consentirebbe di superare di gran lunga il milione di euro d'incasso. Si faccia il referendum e otterrete, Capri le otterrebbe, le risposte che meritate. Per il momento, è giusto che proviate un po’ di intima vergogna per quello che andate realizzando.