Fonte: Metropolis
di Salvatore Dare – Marco Milano
Sorrento si riaccende per sperare. Per esorcizzare la crisi, per reagire, per iniziare il duro percorso verso la ripartenza. E provare a svoltare. Lo fa in un sabato sera senza turisti, senza movida, senza colori e passioni. Una notte che, prima della pandemia, sarebbe stata vissuta fino in fondo da migliaia di giovani, turisti, sognatori. Invece no, tutto fermo. Ma non spento. Riaccendiamo Sorrento – questo il motto dell’iniziativa varata da Confcommercio con il supporto di Comune, Fondazione Sorrento e Museo Correale di Terranova – incide i cuori di chi cerca di credere che tutto passerà. Una vigilia di riapertura – da domani alcune attività potranno tornare alla normalità ovviamente rispettando appieno tutte le prescrizioni anti coronavirus – che coinvolge negozi, bar, alberghi, ristoranti, stabilimenti balneari, ma anche edifici pubblici, chiese, taxi, Ncc. E non mancano vetrine tricolori e spumeggianti con in sottofondo il suono delle campane della Cattedrale di Sorrento. «Tutti insieme abbiamo gridato al mondo che Sorrento è pronta a ripartire in sicurezza, con coraggio e positività. Perché questa è la cosa che sappiamo fare meglio: accogliere con un sorriso» fanno notare i vertici di Confcommercio. Eppure nel profondo rimane tanta preoccupazione. Qui dove il mare luccia, l’87 per cento delle famiglie va avanti grazie al turismo. Un indotto duramente provato dall’assenza di viaggiatori che, come recitano i dati Obi, consentivano a un’immensa filiera di imprese e lavoratori di generare un Pil cittadino di oltre 500 milioni di euro. Anche Capri prova a tenere alta la testa. C’è chi addirittura parla di Rinascimento caprese con le boutique che riaprono e tanti operatori che si sacrificano per rimettere in piedi una stagione turistica. Ristoranti, bar e alberghi si organizzano per l’estate più complessa della storia del turismo isolano e mondiale, passando attraverso restyling, cantieri e ordinanze tecnico-scientifiche da attuare. E tra scettici ed entusiasti, tra chi valuta se per il 2020 a Capri è meno onerosa una chiusura senza entrate o un’apertura con tanti costi e incassi tutti da valutare, qualcosa si muove sul serio sul fronte del terziario all’ombra dei Faraglioni. «Ora basta, riappropriamoci della nostra vita e vedremo rinascere la nostra Capri più bella che mai», dice Silvio Staiano patron di Capri Watch, che con le sue boutique di preziosi orologi in via Camerelle, circondate dalle grandi griffe, da Dior a Valentino e Bulgari, da Louis Vuitton e Gucci a Dolce&Gabbana, è pronto a riaccendere per primo le sue scintillanti vetrine già da domani. Tante, poi, sono le domande di alloggio per l’estate, considerando che ci si potrà muovere compiutamente tra Italia ed estero non prima di giugno, e a farla da padrone sembra siano le telefonate e le e-mail di richiesta informazioni per poter disporre di appartamenti e case-vacanza dove una famiglia, per esempio, che nella propria quotidianità non vive con mascherine e guanti, dimenticherebbe, almeno tra le mura ed il giardino, la pesante presenza dell’incubo del secolo. Stesso discorso per il booking del turismo balneare dove a farla da padrone nella prima fase sembra essere il diportismo. Una vacanza dove poter andare al mare a bordo un mezzo privato, una barca o un motoscafo, ancor meglio se noleggiato per l’intero periodo, e quindi di arbitrio assoluto di chi se ne è garantito l’affitto, sembra la formula preferita dei primi vacanzieri che, per il momento ancora nella fase della richiesta di tariffe ed informazioni, si stanno affacciando simbolicamente sulla terra cara all’imperatore Tiberio.
