Fonte: ildenaro.it
di Marco Milano
“Secessione non è una provocazione ma la conseguenza delle diseguaglianze”. Pino Aprile racconta al Denaro quella che ritiene una soluzione alternativa e non una provocazione. L’occasione viene dall’evento “Sud, Non Sudditi” svoltosi ieri, lunedì 24 febbraio, a Napoli, al Grand Hotel Vesuvio, dinanzi ad una platea gremita per un confronto sul Meridione e le diseguaglianze che partiva dall’ultimo saggio di Pino Aprile “Meglio Soli”. L’autore di “Terroni”, infatti, è tornato in libreria con un volume scritto a quattro mani con Luca Antonio Pepe per “Piemme edizioni”. Un libro che, come evidenziato durante l’incontro al Grand Hotel Vesuvio, rappresenta sia un’analisi delle disuguaglianze di cui è vittima il Sud Italia, sia una rivoluzionaria proposta, ovvero la via della secessione come possibile soluzione per un Mezzogiorno considerato una colonia interna. “Colloqui e scambi di idee con amici imprenditori sono un segnale importante – racconta al Denaro Pino Aprile -; normalmente si pensa a loro come persone dedite soltanto agli affari e indifferenti ai problemi sociali, ma non è vero. Lo dimostra il fatto che al convegno di oggi partecipano imprenditori importanti come Cosimo Rummo e Aquilino Villano: i quali hanno voglia di discutere con gli intellettuali e la comunità. Questo lo ritengo un segnale decisivo. Quella di oggi a Napoli è un’occasione importante, c’è la crema dell’economia e della società del Sud, questa giornata la ricorderemo”. “Sentivo il bisogno di scrivere questo libro da sempre – continua Aprile, parlando del suo nuovo saggio -. Lo ritengo soltanto un capitolo di una lunga storia da raccontare e analizzare”. “Non a caso – continua Aprile – questo libro è stato scritto con un importante giurista parlamentare, autore di numerose interpellanze e in grado di attingere alle fonti primarie. Io ritengo il nostro Parlamento asservito all’economia padana, un’economia che prende dal Sud e destina al Nord. Quest’economia genera una politica al suo servizio e una cultura che, a sua volta, produce una politica che giustifica un certo tipo di economia. Nelle sue famose lettere, Lord Aberdeen dipinge un regno delle due Sicilie totalmente privo di libertà e invece si è capito che la sua era una narrazione finalizzata ad un certo tipo di economia: la cultura crea giustificazioni ad un certo tipo di economia. A un bambino del Nord chiederei: ti senti a posto con la coscienza sapendo che i tuoi genitori pagano le tasse e tu hai il tempo pieno; e che lo stesso avviene al Sud, ma un bambino non ha le tue stesse cose?”.
Il tavolo di confronto moderato dal giornalista Alfonso Ruffo, direttore del Denaro, ha visto insieme a quello dell’autore, gli interventi di Alessandro Caramiello, presidente dell’Intergruppo parlamentare Sviluppo Sud, Francesco Saverio Coppola, segretario generale dell’Associazione Guido Dorso, Pietro Massimo Busetta, professore di Statistica economica e autore di diversi saggi sul Mezzogiorno, Adriano Giannola, presidente della Svimez, Luca Antonio Pepe, parlamentare e giornalista legislativo, direttore di CentroSud24, Costanzo Jannotti Pecci, presidente di Confindustria Napoli. Moderatore d’eccezione l’attore Patrizio Rispo.
“La secessione del Sud, stanco di essere colonia”, questo il “sottotitolo” del libro e tema affrontato nell’incontro, particolarmente apprezzato dal folto pubblico presente. “Vorrei che da oggi – ha detto Rispo – partisse un movimento di reazione alle ingiustizie insopportabili subite. Il libro di Pino Aprile ci dice che da secoli il Sud subisce ingiustizie, viene usurpato, come si è potuto tacere dinanzi a queste cose? Scuola, ospedali tutto a favore del Nord…”.
Seduto in prima fila c’era anche Eugenio Bennato. “E’ un piacere vedere una platea così folta e interessata – ha detto infatti Pino Aprile – e voglio salutare Eugenio Bennato con il quale ho un rapporto speciale. Questa sera abbiamo qui una speranza per tutti, nessun popolo cammina verso il proprio futuro in silenzio, la musica muove il sud, la musica nasce milioni di anni fa, il suono è una forma di comunicazione da sempre, Terroni non sarebbe nato senza Briganti si muore, grazie ad Eugenio sentiamo di emergere un’identità profonda, sannita, noi siamo quello. Perché meglio soli? Non è provocazione – ha poi spiegato Pino Aprile – è la più banale analisi possibile. Le guerre di conquista si fanno per prendere qualcosa ma da qui non sono mai partite, perché? Perché avevamo tutto. Ritengo contro natura che una terra che ha tutto registri il fenomeno dell’emigrazione. Monte Paschi di Siena come si è salvato? I soldi di Napoli sono stati utilizzati per la banca toscana. Sono, poi grato a Giannola ed alla Svimez per quello che ci ha fatto conoscere. Con la Cassa del Mezzogiorno abbiamo finanziato l’industrializzazione del Nord”.